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...E se Gödel fosse stato un pizzettaro?
8 aprile 2009

Ben pochi dei miei lettori avranno la fortuna di conoscere personalmente il signor Jean Durand. Io, ad esempio, non ce l'ho. Eppure, questo modesto calzolaio dei Pirenei è il più grande stratega mai esistito sulla faccia della Terra. Il problema è che nessuno lo sa: egli nel buio polveroso della sua piccola bottega non se n'è mai reso conto; le sue uniche occasioni di far emergere questa qualità sono i suoi frequenti litigi con la signora Durand, litigi da quest'ultima sbrigativamente risolti con un pugno sotto la cintura o con la minaccia di gettare la collezione di mangimi per formiche rosse faticosamente raccolta dal marito fin dalla più tenera età.

 

Ne segue che il più grande stratega universalmente riconosciuto sono ancora io, anche se soffro attualmente di molte delle limitazioni del signor Durand, chiuso come sono in questa bianca stanzetta dalle pareti imbottite e guardato a vista dagli inglesi, che dopo la loro risicatissima vittoria si sono montati la testa.

Mi sono sempre chiesto che cosa sarebbe accaduto se le doti del signor Durand fossero state adeguatamente valorizzate. Non è comunque questo l'unico campo in cui la mia vulcanica mente si è mossa negli ultimi tempi: mi sono infatti spinto in una dimensione parallela nella quale Georg Cantor, Kurt Gödel, David Hilbert & C. non hanno mai scoperto la propria vocazione e hanno dedicato la loro vita e il loro talento all'arte della pizza.

Come sarebbe mutata la gastronomia del XX secolo? Chi oserebbe più proporre “Andiamo a farci una pizza”? Che mestiere farebbe il Leo a Sottomarina?

Ecco il mio piccolo contributo: a voi la conclusione.

Napoleone I

Sono riportate, come più rappresentative, le ultime lettere che Kurt Gödel scrisse a Georg Cantor prima che i due si ritirassero a vita privata a causa della crisi del settore. L'epistolario completo si trova come appendice al III volume dell'Opera Omnia di Gödel, pubblicata dalle edizioni Star Bene a Tavola dell'universo parallelo prima citato. Il volume è corredato di foto e assaggi.


Caro Georg,

sono rimasto molto colpito dalla scoperta che hai riportata nella precedente lettera; come ben sai, anch'io da sempre tento di risparmiare sulle olive, che sono senza dubbio la parte più costosa delle mie pizze, ma il tuo lampo di genio mi ha lasciato a bocca aperta. Che sia possibile togliere tutte le olive di posto pari lasciandone invariato il numero già era stato ipotizzato alla pizzeria “Da Galileo” per un numero infinito di olive, ma la tua intuizione mi ha commosso. L'idea di considerare l'oliva non come oggetto a sé stante ma come coppia di mezze olive (che sul piatto hanno più stabilità) mi ha fatto tornare la mente ai tempi della mia giovinezza, quando insieme ad Albert cercavo il modo di costruire cerbottane sempre più perfezionate al fine di verificare una sua ipotesi, e cioè che più le palline sono veloci e più si contraggono quando colpiscono la signora Luce {Probabilmente l'ambasciatrice americana, NdT}.
Caro, caro Albert! Quella sua testa perennemente arruffata, quel suo costante e moralistico rifiuto dei giochi d'azzardo (“Io non gioco ai dadi”, diceva sempre)... Ne ho perse le tracce. L'ultima volta che l'ho visto era in affari con il pastificio Bohr, ma stava antipatico al proprietario: il signor Bohr diceva che non si può mai sapere esattamente quanto lieviterà la pasta, per quanto accuratamente la si misuri, e che anzi più la si pesa e più ne cade sul pavimento, mentre Albert rispondeva che è tutta questione di esperienza, e ha tentato di dimostrarglielo pesando tutto con un bilancino da farmacista. Il signor Bohr, che doveva consegnare tre tonnellate di pane al finocchio per l'indomani, l'ha sbattuto fuori a calci.

Tornando al tuo metodo, mi piacerebbe sapere se è applicabile anche alla mozzarella. Ora ti lascio, perché ho dei clienti al tavolo 21. Non trovi che sia buffo? Tuo

Kurt.


Caro Georg,

ma non capisci proprio niente al di fuori delle tue pizze? Certo che il 21 è buffo, perché io non posseggo un tavolo 21! Semplicemente, avevo contato anche i tavoli della pizzeria “Da Hilbert” che affianca la mia.

Quell'Hilbert mi fa sempre più imbestialire! Ha lanciato un sacco di sfide a tutti per dimostrare che lui è il miglior ristoratore del quartiere. Sostiene tra l'altro che con un suo sistema si possono ottenere pizze complete di tutti gli ingredienti descrivibili su un menu, e una più buona dell'altra, ma la cosa non mi quadra molto, e ora sono qui, davanti al mio tradizionale forno a legna acceso giorno e notte per cercare di cuocere una pizza che lui non può produrre...

Sono stanco di questa rivalità, amico mio... Hilbert sta veramente esagerando. Ieri è passato il rappresentante delle impastatrici, il signor Turing, per mostrare la sua nuova macchina per la pasta, e da chi credi che sia andato? Ma da Hilbert, naturalmente! Il quale, dopo aver detto che, effettivamente, quella macchina risolverebbe uno dei suoi problemi (nei momenti di depressione è sempre lì ad assillarci con l'interminabile lista dei suoi problemi, tanto che ormai tutti parlano dei “Problemi di Hilbert”), è corso precipitosamente dal signor Church, l'elettricista, che gli ha assicurato -pur senza potergli dare spiegazioni- che sul mercato non esistono macchine più potenti. Vedessi ora! Hilbert è sempre là a giocare con le sfoglie che escono dal lunghissimo nastro trasportatore della macchina di Turing, e le mostra vantandosene a tutti i clienti!

Vorrei che tu mi chiarissi meglio la questione della mozzarella: cosa significa che “c'è sempre più mozzarella che olive”? Alla prossima, tuo

Kurt.


Caro Georg,

ti ringrazio del procedimento che mi hai confidato per aumentare il numero delle mie pizze sul menu: cambiare il primo ingrediente della prima pizza, il secondo della seconda e così via; semplice e geniale, anche se saltan fuori degli abbinamenti che solo un vero austriaco potrebbe chiamare “cibo”. Comunque sia, non mi basta per battere Hilbert, perché tutte le pizze che ne escono sono producibili anche con il suo sistema.

Ho scoperto che Hilbert si procura gli ingredienti presso la stessa ditta che serve me, la Zermelo&Fraenkel Gmbh. Per quanto sfogli il loro listino, però, fatico a concepire qualche ingrediente che non vi sia incluso. M'è accaduto di notare che, sebbene essi distribuiscano liberamente il loro listino prezzi, il listino stesso non rientra tra i prodotti indicati nel listino dei prodotti distribuiti. Ne ho chiesto il motivo al signor Zermelo& (si chiama proprio così, dicono che l'impiegato comunale che l'ha registrato alla nascita abbia commesso un errore di battitura), ma questi ha alzato gli occhi e ha gridato: “Ehi, &Fraenkel! Questo qui è più matto di quel Russell!”

Ti ricordi di Russell, quello che è fallito quando ha provato a proporre le sue “pizze di seconda categoria”, che contengono come ingredienti delle pizze più semplici? S'è messo in società con il signor Whitehead e ha sofisticato la ricetta, ma gli abbiamo fatto notare che era più semplice mettere tutti gli ingredienti su di un'unica sfoglia. Ora, in collaborazione con Suor Germana, ha pubblicato i “Principia Pastamatica” per preparare le pizze in casa. Se non facciamo attenzione, rischiamo di restare senza lavoro.

Ti consiglio di provare a introdurre anche il listino prezzi tra gli ingredienti delle tue pizze: se la cosa avrà successo, sentiremo ancora parlare della pizzeria “Da Cantor”. Tuo

Kurt.


Caro Georg,

ci sono! Oggi stavo facendo il bagno, e come al solito giocavo ad affogare la mia paperella di gomma; questa però mi è sgusciata dalle mani ed è risalita a galla colpendomi violentemente ad un occhio. Non ci crederai, ma in quel momento ho visto la Luce! Come Archimede, mi sono lanciato fuori dalla vasca gridando “Ostrega!” {“Österreich!” nell'originale, NdT} e sono corso alla scrivania.

Fräulein Rottenmeyer, la governante, ha lanciato parecchie imprecazioni vedendo schizzi d'acqua (avevo dimenticato di asciugarmi) dappertutto (avevo dimenticato dov'è la scrivania), poi è scappata urlando (avevo dimenticato di vestirmi).

È il classico uovo di Colombo {in italiano nel testo, NdT}. In realtà, a dettagliare le cose si complicano, e tu sei già matto come una Saytah o Khadum {in sanscrito nel testo, NdT}, quindi non m'arrischio a dire di più. Ti basti sapere che se Hilbert può cuocere tutte le pizze possibili, allora può accadere che egli produca qualcosa che non è assolutamente una pizza! Qualcosa che i suoi clienti non sapranno neanche se mangiare, da quanto è ributtante. Ho già mandato un mio amico a ordinarla a Hilbert. Quando i suoi clienti la vedranno, scapperanno via e non torneranno più da lui! E verranno tutti da me! E finalmente avrò il mio tavolo 21! Felicemente tuo

Kurt.

P.S.: Spero che tu non abbia seguito il mio consiglio della lettera precedente: un mio cliente ne è rimasto soffocato, e le sue ultime parole (“Cameriere, c'è un capello nel carciofin...Gakk!”) echeggeranno per sempre come una condanna nella mia mente. Mestiere ingrato... Qualche volta penso che avrei dovuto ascoltare mio padre e andare all'università...


Caro Georg,

qui tutto va a rotoli. Quegli stessi gruppi di giovani che un tempo gremivano le nostre sale e facevano la fila in attesa di un tavolo libero ora non ci sono più. Stanchi delle nostre dispute, che hanno reso l'arte culinaria sempre meno comprensibile, ora preferiscono dedicarsi ad altro. Non so se ti sei aggirato per le strade di Vienna ultimamente, ma se l'hai fatto hai sicuramente notato il moltiplicarsi di luoghi di ritrovo alternativi alla pizzeria. Giusto di fronte a me è sorto il circolo matematico “Bella Napoli”, poco più in là l'istituto di Teoria della Misura “Al Vesuvio”...

Del resto, come rimproverarli? I giovani, per loro natura, rifuggono tutto ciò che è loro ostico (correggo: ciò che abbiamo reso loro ostico) per rivolgersi a quello che, per genuinità e appetibilità, è più consono ai loro bisogni: la matematica.

E noi restiamo a mangiarci da soli le nostre pizze: questa è la strada che abbiamo scelto, ed è troppo tardi per cambiarla, ma come vorrei essermi dedicato alla matematica! è così semplice e redditizia! Sconsolatamente tuo

Kurt.

 
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