Ottenimento di un'unità funzionale a basso costo dotata di facoltà riproduttive, scarsa istintività e intelletto nullo.
Un'unità sufficientemente elementare può essere il costituente di base per applicazioni scalabili, autonomiche, peer-to-peer e stigmergiche. Eventuali altre parole chiave di moda saranno aggiunte in fase di revisione del dcumento.
Abbiamo innanzitutto stabilito quale modello naturale fosse dotato delle qualità sopra esposte; è stato proposto dovesse trattarsi di organismo ovviamente femminile. La proposta ha ottenuto il consenso unanime dei ricercatori. Stabilito che dovesse trattarsi di organismo inferiore (altrimenti il meccanismo riproduttivo diviene complesso, si pensi alle api e ai fiori), la scelta è caduta sull'Alga Azzurra. Sono stati esclusi:
il protozoo, perché maschile.
l' alga rosa, perché non si era sicuri della sua esistenza, nonostante lo stimato collega prof. Sterbowsky avesse giurato con veemenza di averne vista una introdursi nella scollatura della segretaria, sig.na Ulla, e avesse cercato di seguirla.
Raggiunto l'atollo di Aeta-Makaea (che in polinesiano significa “brodo di alghe unicellulari”) muniti della dovuta attrezzatura (vedi nota spese), abbiamo catturato gli esemplari necessari alla ricerca. Purtroppo, le alghe si sono ribellate; fingendosi astutamente sciroppo d'anice, sono riuscite a farsi deglutire dall'esimio collega dott. Fitzenbaum. Con lodevole dedizione alla causa, la vittima è riuscita a trattenere per ben tre giorni le proprie funzioni corporali, ma l'insistente “Psssc, Psssc!” degli indesiderati e fastidiosi microrganismi ha avuto la meglio e le alghe sono riuscite a fuggire, nonostante il capiente pannolone da noi imposto al loro ospite.
Ci siamo dunque rassegnati ad acquisire gli esemplari a una bancarella di souvenir, al prezzo in borsa nera di 5$ a esemplare (una coltura su vetrino richiede almeno 1.000.000 esemplari – vedi nota spese). L'attrezzatura da immersione era infatti scomparsa assieme all'illuminato collega prof. Mansfield il quale, affascinato dalla vita di un gruppo di gamberetti rosa intravisti nel meraviglioso e limpido fondale dell'atollo, aveva deciso di unirsi a loro.
Più tardi scoprimmo che i nostri biglietti aerei Aeta-Makaea – Milano erano stati rubati dalle alghe azzurre fuggitive. Queste ultime, giunte a Linate circa tre settimane or sono con il volo PA3307 della Polinesian Air, hanno eluso il controllo doganale (l'ufficiale addetto allo sdoganamento dei microorganismi era andato a bere un complicatissimo e irriproducibile aperitivo al bar dell'aeroporto) e hanno trovato il loro habitat naturale in un caseificio presso Milano.
Dal canto nostro, intraprenderemo il viaggio di ritorno non appena avremo completato la nostra canoa; l'oggetto è in fase di attenta progettazione e tutti i colleghi stanno apportando il proprio contributo. Solo ieri, il collega prof. Legenholtzer ha tentato di strappare il terzo molare inferiore sinistro al ch.mo prof. Sappaglia, il quale ha ritenuto opportuno ritrattare la sua precedente affermazione secondo cui “praticare una concavità in una canoa – insieme notoriamente compatto – è sufficiente ad assicurarle un punto di minimo” (un controesempio può essere costruito solo introducendo il concetto di chiglia, la cui formalizzazione è ormai prossima).
Questo resoconto, scritto di nostro pugno e valido come rapporto scientifico-amministrativo, sarà introdotto nella beuta del collega prof. Klimster (a patto di riuscire a estrarre l'alluce del medesimo dalla stretta imboccatura) e affidato alle cure di Poseidone.
Rinviata – vedi proposta di rimodulazione del progetto.
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